Negli ultimi giorni migliaia di utenti italiani stanno ricevendo una comunicazione ufficiale da DAZN, la pay-tv che detiene i diritti della Serie A.
La lettera, firmata dall’amministratore delegato Stefano Azzi, chiede il versamento di 500 euro come “indennizzo forfettario” per chiudere in modo bonario i casi di visione illegale di partite tramite il cosiddetto pezzotto.
Ma è davvero obbligatorio pagare? Cosa succede se non si risponde? E soprattutto, come comportarsi?
Che cos’è la lettera da 500 euro di DAZN
La comunicazione è indirizzata a circa 2 000 persone già multate dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’operazione antipirateria condotta dalla Procura di Lecce.
Secondo le indagini, questi utenti avevano guardato incontri di Serie A, Serie B e Coppe europee attraverso abbonamenti pirata IPTV, acquistati su canali illegali.
Nella lettera, DAZN spiega di voler “comporre l’accaduto” senza adire le vie giudiziarie.
Per farlo, chiede un pagamento di 500 euro e l’impegno scritto a non utilizzare più metodi di visione non autorizzati.
In assenza di risposta entro sette giorni, l’azienda si riserva di avviare “iniziative giudiziarie di natura risarcitoria e protettive”.
In sostanza, la piattaforma offre una sorta di patteggiamento extragiudiziale: paghi e la questione si chiude, almeno secondo la loro interpretazione.
Chi ha ricevuto la lettera DAZN
I destinatari sono utenti che in passato hanno già ricevuto una sanzione amministrativa (generalmente di 154 euro) per violazione del diritto d’autore, prevista dal Decreto Antipirateria 105/2023.
Le informazioni personali di questi soggetti sono state condivise dalla Guardia di Finanza con DAZN previa autorizzazione della Procura, in quanto la società è formalmente riconosciuta come parte lesa.
DAZN, così come altre emittenti (Sky, Lega Serie A e ACE), intende far valere i propri diritti patrimoniali sui contenuti diffusi illegalmente, stimando perdite per centinaia di milioni di euro ogni anno a causa della pirateria.
È obbligatorio pagare i 500 euro?
La risposta è no: la lettera non ha valore di atto giudiziario.
Si tratta di una richiesta extragiudiziale, cioè un invito al pagamento per evitare un’eventuale causa civile.
Non è quindi un obbligo immediato e non comporta conseguenze automatiche come pignoramenti o iscrizioni a ruolo.
Tuttavia, ignorare la lettera significa accettare il rischio che DAZN possa avviare un’azione legale per ottenere un risarcimento.
In quel caso, sarà un giudice a decidere se la richiesta è fondata e se l’importo è congruo.
Secondo gli esperti, il pagamento non è dovuto automaticamente perché:
- Il danno deve essere provato da DAZN, in base all’art. 158 della Legge sul Diritto d’Autore (633/1941).
- L’importo forfettario di 500 euro non si basa su un calcolo oggettivo.
- In molti casi la lettera è stata inviata tramite posta semplice, non raccomandata A/R, e quindi non ha valore di notifica legale.
Cosa può fare chi ha ricevuto la lettera DAZN
Chi riceve la comunicazione può scegliere fra tre strade:
1. Pagare e chiudere la questione
È l’opzione che DAZN auspica. Pagando l’importo richiesto, si firma anche una dichiarazione in cui si riconosce l’errore e ci si impegna a non ripetere comportamenti illeciti.
È una scelta rapida ma non obbligatoria, da valutare con attenzione.
2. Contattare un avvocato o un’associazione dei consumatori
È la soluzione più prudente. Un legale potrà verificare la legittimità della richiesta e, se necessario, redigere una risposta formale per contestare l’indennizzo o richiedere ulteriori prove.
Diversi sportelli dei consumatori stanno già raccogliendo segnalazioni per eventuali azioni collettive.
3. Ignorare la lettera
Tecnicamente possibile, ma rischioso. Se DAZN decidesse di procedere in sede civile, l’utente dovrà comunque difendersi e sostenere costi legali.
Al momento non ci sono notizie di cause effettivamente avviate, ma la minaccia resta.
I dubbi degli esperti legali
Gli esperti di diritto digitale e diritto d’autore sottolineano diversi punti critici:
- La doppia sanzione: i destinatari sono già stati puniti con una multa pubblica, quindi la richiesta privata di 500 euro potrebbe configurare un bis in idem (doppia penalità per lo stesso fatto).
- Il quantum del danno: DAZN deve dimostrare che ogni singolo utente abbia effettivamente causato un danno economico quantificabile.
- La forma della lettera: senza una firma autenticata o un canale ufficiale (raccomandata, PEC), la comunicazione non ha valore esecutivo.
Molti legali consigliano quindi di non pagare automaticamente, ma di analizzare caso per caso la legittimità della richiesta.
Le reazioni dei consumatori
Sui social e nei forum legali si moltiplicano i messaggi di utenti preoccupati.
Alcuni parlano di pressione psicologica e toni minacciosi, altri di importi sproporzionati rispetto alla multa originaria.
Le associazioni dei consumatori, come Codacons e Adiconsum, stanno valutando la possibilità di ricorsi collettivi per verificare la correttezza dell’operato della piattaforma.
Nel frattempo, DAZN difende la propria iniziativa: “Guardare illegalmente contenuti non è gratis, non è furbo, non è senza conseguenze”, ha dichiarato il CEO Stefano Azzi, ricordando che il danno stimato per ogni utente equivale a “circa dieci anni di abbonamento legale”.
La posizione della Guardia di Finanza
Il Generale Crescenzo Sciaraffa, comandante del Nucleo Speciale Beni e Servizi, ha confermato che molti dei soggetti sanzionati “hanno mostrato volontà di collaborare, fornendo ulteriori informazioni sugli organizzatori delle attività illecite”.
Secondo la Finanza, la pirateria non è un reato isolato, ma un fenomeno che alimenta evasione fiscale, riciclaggio e criminalità organizzata.
Cosa rischia davvero chi usa il pezzotto
Il Decreto Antipirateria prevede:
- Sanzioni amministrative da 154 a 5 000 euro per chi guarda contenuti pirata;
- Pene penali più severe per chi trasmette o rivende abbonamenti illegali;
- Oscuramento immediato dei siti IPTV da parte dell’AGCOM;
- Tracciamento in tempo reale degli utenti collegati, grazie alla collaborazione con gli Internet Provider.
Guardare partite, film o serie in streaming illegale non è quindi una “furbata”, ma un comportamento perseguibile per legge.
Come tutelarsi e prevenire le truffe digitali
Molti utenti finiscono nel mondo del pezzotto senza piena consapevolezza, attirati da prezzi bassi e offerte “troppo belle per essere vere”.
Dietro queste piattaforme si nascondono spesso truffatori che raccolgono dati personali e finanziari.
Ecco alcuni consigli per evitare problemi futuri:
- Diffida da abbonamenti IPTV non ufficiali venduti tramite chat o social.
- Non inserire dati bancari o documenti su siti sconosciuti.
- Verifica sempre che il servizio di streaming sia autorizzato e riconosciuto (DAZN, Sky, NOW, Amazon Prime Video, ecc.).
- In caso di dubbi o minacce di pagamento, rivolgiti subito a un legale o a un’associazione di tutela dei consumatori.
In Conclusione
La lettera dei 500 euro di DAZN rappresenta una nuova fase nella lotta alla pirateria digitale, ma anche un terreno di incertezza legale.
Chi la riceve deve sapere che non si tratta di un atto giudiziario, bensì di una richiesta privata di composizione del danno.
Pagare non è obbligatorio, ma ignorare la questione potrebbe esporre a ulteriori complicazioni.
La scelta migliore è informarsi, chiedere assistenza legale e non cedere alla fretta o alla paura.
Nel dubbio, è sempre meglio rivolgersi a professionisti o a un’associazione di categoria per valutare il da farsi in modo consapevole.