La sicurezza informatica è un punto importante per ogni dispositivo, poiché senza la giusta protezione malintenzionati potrebbero appropriarsi di dati personali, anche sensibili, oltre che fare danni ai vostri apparecchi.
Cos’ è la sicurezza informatica?
Per sicurezza informatica può in generale intendersi l’insieme dei mezzi e delle tecnologie tese alla protezione dei sistemi informatici circa disponibilità, confidenzialità e integrità dei beni o asset informatici.
Un sinonimo spesso usato è cybersecurity, anche se questo termine ne rappresenta una sottoclasse essendo quest’ultimo ambito riferito alla sicurezza informatica, che dipende solo dalla tecnologia informatica.
Nella sicurezza informatica sono coinvolti elementi tecnici, organizzativi, giuridici e umani che fanno in modo insieme di scongiurare, proteggere, e nel caso di attacco, rispondere alla minaccia in maniera adeguata.
L’approccio odierno alla cybersecurity si focalizza sul cosa fare per prevenire e intervenire in caso di attacco.
Le linee guida sono dettate dal NIST (National Institute of Standards and Technology), le quali prevedono i seguenti macro-processi:
- Identifica;
- Proteggi;
- Rileva;
- Rispondi;
- Ripristina;
Sicurezza informatica: un problema anche per il marketing
Anche i marketer hanno dibattuto a lungo sulla questione sicurezza informatica, poiché la gran parte delle aziende è ormai online e sotto potenziale attacco di malintenzionati che potrebbero creare danni ingenti ai vari brand che si presentano online per vendere i loro prodotti/servizi, mettendo in pericolo anche i dati sensibili di milioni di utenti, che potrebbero cadere nella mani sbagliate.
Come si apprende sul marketing magazine Pop Up, all’annuale conferenza dedicata al mondo del marketing e della pubblicità in Gran Bretagna, si è dibattuto molto sul tema.
Infatti ad essere a rischio vi sono la reputazione e la sicurezza del marchio e gli inserzionisti devono fare qualcosa per tutelare i brand da eventuali danni d’immagine e frodi. Nello specifico molto prezioso si è rivelato l’intervento di Keith Moor, CMO di Santander, ha affermato che il settore sta ancora parlando di questi problemi e ciò è il sintomo che la questione non è per niente risolta e gli inserzionisti hanno bisogno di “partecipare attivamente” per risolvere questi problemi che si stanno facendo sempre più impellenti. Quindi la mano passa anche alle web agency che si occupano di realizzare e gestire i siti per i diversi clienti.
Ancora, Moor ritiene che le marche devono essere più attive e più partecipative, anche costituendo dei gruppi di discussione e azione sull’argomento. Inoltre aggiunge che è intrinsecamente connaturato ad ogni nuova opportunità la nascita di diversi problemi, parimenti cita l’esempio dei problemi creati dall’innovazione digitale per il settore bancario, che non sono certo diversi, poiché anch’essi sono soggette a frodi e truffe.
Sulla stessa lunghezza d’onda di Moor è stato Martin Bromfield, vicepresidente della società di pubblicità di comScore, il quale si è unito a Moor, affermando che questi problemi saranno passati entro il prossimo anno. Ha citato inoltre il discorso di Marc Pritchard di P&G, sottolineando la cattiva pratica insita nella pubblicità digitale e che questo rappresenta un punto di svolta.
Nello specifico egli sostiene:
“Abbiamo tutti un grande debito di gratitudine verso Marc Pritchard. Non tanto per la novità – visto che è una realtà affrontata da anni – ma il fatto stesso che sia venuta da una figura così potente e che è in possesso di un’enorme importanza”.
Insomma l’argomento sicurezza informatica è sempre di stretta attualità, ma ben lungi dall’essere risolta permanentemente.